L’ECOSISTEMA DELLE STARTUP A BRESCIA

Le origini dell’imprenditoria bresciana

La cultura del business to business e la massiccia presenza della fornitura per l’automotive sono due di quei tratti che rendono omogeneo il sistema industriale di Brescia. La storia e l’immagine internazionale di quest’ultima è decisamente legata alla siderurgia che ha modellato il territorio.

Ancora oggi ci sono due impianti, Alfa e Ori Martin, praticamente in città che recuperano il calore generato dall’acqua che raffredda l’acciaio fuso e lo utilizzano per il riscaldamento delle case. Ma anche la cultura del ferro ha subito una sua trasformazione sull’asse tradizione-innovazione e se le dimensioni si sono «spostate» verso Taranto, Piombino e Trieste, la siderurgia bresciana è stata capace di ri-specializzarsi. Di costruire impianti basati sui forni elettrici e sulla capacità di riciclare il rottame.

Alla Feralpi è stata riciclata la carcassa della Costa Concordia in una settimana e trasformata in billette per l’edilizia. I numeri raccontano, poi, di una componentistica auto seconda solo al Torinese per numero di imprese (250) e di addetti (18 mila). I distretti, come i gatti, dimostrano di avere sette vite e sono un altro trait d’union della cultura imprenditoriale di Brescia. Famoso nel mondo è quello delle armi della Val Trompia, dove la Beretta si appresta a festeggiare addirittura i 500 anni di attività, da quando cominciò a produrre le canne da fucile per la Serenissima.

Le start up a Brescia

Sfiorano quota 15mila le startup innovative in Italia, circa 300 delle quali hanno sede nellla provincia di Brescia.

Stando al dato del primo luglio 2022, contenuto nel report sul secondo trimestre 2022 pubblicato da Ministero dello Sviluppo economico, Unioncamere, InfoCamere e Mediocredito Centrale, le aziende iscritte al Registro delle imprese sono circa 15.000, il 3,7% di tutte le società di capitali di recente costituzione: produzione di software, consulenza informatica, ricerca e sviluppo, fabbricazione di macchinari e prodotti elettronici sono le attività più diffuse. Il numero delle startup è cresciuto dell’1,8% rispetto al trimestre precedente. In aumento anche quelle fondate da under 35.

Il 26,7% di queste società si trova in Lombardia, il 12,1% nel Lazio (+ 45 startup rispetto al trimestre precedente) e il 9,2% in Campania (+ 33). Si trovano soprattutto nelle province di Milano (2737 startup), Roma (1599), Napoli (675), Torino (532), Bari (362), Bologna (358), Padova (331), Salerno (302), Bergamo (291) e Brescia (286).

Considerando il numero startup innovative in rapporto a quello di nuove società, le prime dieci province sono Trento, Milano, Terni, Potenza, Udine, Pordenone, Pisa, Trieste, Bologna e Ascoli Piceno, con Brescia ampiamente fuori dalla top ten.

Sono invece 6.798 le società beneficiarie del Fondo di garanzia (Fgpmi), con alcune che hanno ricevuto più di un prestito. Nel secondo trimestre 2022, il Fondo ha gestito 666 operazioni (+7% rispetto a gennaio-marzo 2022), per un totale di 193 milioni di euro (+44%). Il finanziamento, secondo i dati più recenti, ammonta a 289 mila euro, (+34% rispetto al trimestre precedente). Sono invece 103 le operazioni del Fgpmi a vantaggio degli incubatori certificati, per un totale di 47 milioni di euro. Mentre per le Pmi innovative sono 6.163, per una somma di 2 miliardi di euro.

Il perché a Brescia ci sia un numero decisamente inferiore di startup innnovative rispetto ad altre province italiane, anche alla luce di un territorio ricco dal punto di vista imprenditoriale, può essere attribuito alla mancanza di un adeguato contesto.

Anche con una proposta di servizio o prodotto che possa considerarsi globali (quindi verso un pubblico internazionale raggiungibile, anche, con canali digitali), una startup per nascere e scalare ha bisogno di community di mentor, poli di trasferimento tecnologico e di competenze, incubatori, acceleratori, business angels, investitori, imprenditori; elementi che tendono a concentrarsi dove c’è un “clima favorevole”.

Per creare questo “clima favorevole” è nato in Confindustria Brescia il Club delle Start-up innovative, al quale hanno già aderito 35 realtà.

Il Club delle start up è una community organizzata da Confindustria Brescia per aggregare le Start Up innovative presenti nella provincia con le finalità di avvicinare nuove competenze in ambito di innovazione. Mettere in relazione le aziende «senior» con le start up innovative anche nell’ottica di azioni di contaminazione/trasferimento tecnologico, rilevare costantemente le tendenze e le prospettive in ambito R&D in provincia, portare a sistema le esigenze/istanze delle imprese mature, sulle attività R&D, stringere maggiori rapporti con il mondo dell’innovazione e rafforzare la capacità di proposizione sui temi di R&D.

I settori per le start up

Per quanto riguarda la distribuzione per settori di attività il 75,2% delle startup innovative fornisce servizi alle imprese: gli ambiti principali sono,

  • produzione di software e consulenza informatica 37,9%;
  • attività di ricerca e sviluppo 14,2%;
  • attività dei servizi d’informazione 8,6%.;
  • Il 16,4% opera invece nel comparto manifatturiero (fabbricazione di macchinari 3%, produzione di computer e prodotti elettronici e ottici 2,3%;), mentre il 3,1% nel commercio.

Finanziamenti per le start up

Le startup innovative sono sostenute significativamente dal Fondo di Garanzia per le pmi: dal 2013 al terzo trimestre 2021, il Fondo ha autorizzato 11.788 operazioni per quasi due miliardi di euro, a favore di 6.074 startup. Ancora una volta la Lombardia è prima nella graduatoria delle aziende beneficiarie. Alle aziende del territorio sono arrivati oltre 660 milioni di euro (3.348 operazioni), quasi il triplo rispetto alla seconda regione in classifica, l’Emilia Romagna (230 milioni).

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