Come avviare una start-up o un progetto innovativo: l’importanza del business plan e del piano finanziario

Il quadro normativo

Le aziende in fase di start-up, essendo delle nuove attività, presentano un numero considerevole di rischi che però possono essere eventualmente tramutati in possibilità di maggiore guadagno proprio in virtù della loro dinamicità. A tal proposito, oltre a seguire le istruzioni che trovate di seguito, è consigliabile tenere ben presente il quadro normativo di riferimento.

Il decreto legge del 18 ottobre 2012 definisce start-up innovativala società di capitali, costituita anche in forma cooperativa, di diritto italiano ovvero una Societas Europaea, residente in Italia ai sensi dell’articolo 73 del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, le cui azioni o quote rappresentative del capitale sociale non sono quotate su un mercato regolamentato o su un sistema multilaterale di negoziazione”, in possesso dei seguenti requisiti:

  • è stata fondata e svolge attività d’impresa da meno di 5 anni;
  • la sua sede principale si trova in Italia;
  • a partire dal secondo anno di vita, il totale del valore della produzione non supera i 5 milioni di euro;
  • non distribuisce e non ha distribuito utili;
  • ha come oggetto sociale lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi di alto valore tecnologico;
  • non è stata costituita da una fusione o scissione societaria o in seguito a una cessione d’azienda o di ramo d’azienda. Infine, sempre lo stesso decreto dispone che la start-up innovativa debba possedere almeno uno di questi ulteriori requisiti:
  • le spese per ricerca e sviluppo sono pari o superiori al 15%;
  • i dipendenti con laurea magistrale devono essere pari o superiori ai 2/3 della forza lavoro complessiva;
  • è titolare o depositaria o licenziataria di almeno un brevetto relativo a: industria, biotecnologie, semiconduttori, varietà vegetali, ecc.

Come aprire una start-up?

Prima di aprire una start-up bisogna focalizzarsi sugli obiettivi da raggiungere, le caratteristiche del mercato e dei concorrenti, le strategie da mettere in campo. Il tutto va inserito in un business plan, per la cui compilazione è consigliabile affidarsi ad un professionista o ad un esperto del settore.

Dopodiché si può, per via telematica:

  • Costituire una società di capitali;
  • Dichiarare l’inizio attività;
  • Richiedere l’iscrizione alla sezione start-up innovative presso il Registro delle imprese; Per la costituzione della società si hanno di fronte due scelte:
  • Rivolgersi ad un notaio, che redige l’atto costitutivo e lo deposita presso Registro delle imprese;
  • Compilare un atto costitutivo tipizzato, sottoscritto con firma digitale dal legale rappresentante.

Il Mise comunque informa che la procedura per costituire una srl semplificata prevede spese notarili solo marginali se non forfettarie, a patto che si utilizzi un modello standard per l’atto.

Come accreditarsi a Start-up innovativa presso il Registro delle Imprese

Come abbiamo visto, per la costituzione di una start-up è necessario iscriversi presso il Registro delle imprese.

Per farlo sarà necessario inviare esclusivamente in via telematica l’apposita domanda tramite una Comunicazione Unica al Registro delle Imprese, allegando una dichiarazione sottoscritta esclusivamente con firma digitale del legale rappresentante che attesti il possesso dei requisiti necessari come previsto dalla normativa vigente.

Le informazioni da indicare nel quadro relativo all’attività prevalente dell’impresa, sono le seguenti:

  • Breve descrizione dell’attività svolta e delle spese in ricerca e sviluppo;
  • Elenco delle società partecipate;
  • Titolo di studio ed esperienze professionali dei soci e del personale che lavora nella start-up innovativa, esclusi eventuali dati sensibili;
  • Esistenza di relazioni professionali, di collaborazione o commerciali con incubatori certificati, investitori istituzionali e professionali, università e centri di ricerca;
  • Elenco dei diritti di privativa su proprietà industriale e intellettuale.

Ma fate attenzione: le seguenti informazioni dovranno essere aggiornate ogni 6 mesi dalle startup innovative, che depositeranno inoltre nuove auto-dichiarazioni alla presentazione del bilancio.

Alcuni consigli per creare una start-up di successo

Queste erano le istruzioni su come fare per aprire una start-up innovativa; di seguito invece trovate alcuni consigli pratici su come minimizzare i rischi e i costi e massimizzare i propri guadagni.

1) Crea un business plan (e seguilo)

Il primo passo per avviare la tua start-up è avere un piano. La maggior parte delle aziende di successo investono tempo prezioso per assicurarsi di avere un progetto di successo, creando un business plan. Quando si ha un progetto ben definito e una direzione verso cui andare, sarà molto più semplice arrivare a gestire una start-up di successo.

2) Non fare tutto da solo

Un imprenditore saggio sa che non può farcela da solo. Se hai solo un piccolo capitale iniziale, utilizza un calendario online per pianificare scadenze e appuntamenti e, eventualmente, chiedi aiuto ad un professionista. Uno strumento utile per cominciare a creare dei contenuti è il Business Model Canva, una tool di progettazione e pubblicazione online che consente a chiunque di progettare qualsiasi attività e pubblicare ovunque.

Inoltre, essere in più persone, preferibilmente con competenze trasversali e complementari, aiuterà il lancio della tua start-up di successo.

3) Conosci il tuo pubblico

Chi stai cercando di raggiungere? Chi ha bisogno del tuo prodotto o del tuo servizio? Prenditi del tempo per effettuare ricerche di mercato e fai un elenco del pubblico che potrebbe essere interessato all’attività della tua start-up e dove si trova, online o offline. Questo ti aiuterà sia durante la fase di creazione del prodotto / servizio e sia nelle attività di marketing della tua start-up. Inoltre, assicurati di restare in contatto con il pubblico e ed avere sempre un feedback aggiornato.

È possibile creare in modo semplice e intuitivo dei sondaggi e utilizzare queste preziose informazioni per migliorare: è strettamente necessario per far diventare la tua start-up un’azienda di successo.

4) Sii onesto sui costi

È necessario essere chiari, non solo con i potenziali clienti, ma è necessario sapere quanto si potrà guadagnare. Cerca di essere brutalmente onesto con te stesso su quanto hai bisogno di guadagnare per mantenere a galla la tua start-up. Ora fissa degli obiettivi realistici e cerca di capire come far sì che questo accada.

5) Per creare una start-up di successo devi volerlo

Qualcuno ancora si chiede perché alcuni imprenditori riescono a creare una start-up di successo ed altri no. La risposta? Coloro che sono riusciti a creare una start-up di successo hanno fatto tutto il necessario per realizzare il loro progetto.

Creare una start-up dal nulla non è facile, soprattutto all’inizio. Ci vorrà del tempo, arriveranno critiche dure e delusioni a cui non si sarà mai abbastanza preparati. L’imprenditore che attraversa con successo i tempi duri è colui che alla fine, riesce.

6) Impegnati fino in fondo

Non aspettare le “condizioni migliori” per fare il primo passo – non accadrà mai. Se hai una grande idea e hai creato una pianificazione per sapere bene dove vuoi arrivare, inizia! Sii sempre pronto ad imparare nuove lezioni, ad apportare i dovuti cambiamenti durante il percorso. Se non farai il primo passo, non gusterai mai la gioia di aver creato una start-up di successo.

Rivolgendovi al programma d’incubazione ed accelerazione d’impresa di Demix Group sarete costantemente affiancati da noi, in quanto il programma si avvia attraverso l’erogazione di una serie di servizi professionali forniti a sostegno delle imprese ed eventualmente anche di fondi pubblici e privati disponibili a determinate condizioni; oltre al nostro supporto professionale per la tua promozione ed espansione sui mercati selezionati sia nazionali che internazionali. La durata del nostro programma di incubazione ed accelerazione standard è di 18 mesi.

In caso di progetti particolarmente innovativi e con la necessità di investimenti in ricerca & sviluppo, il nostro incubatore ed acceleratore può potenzialmente richiedere il supporto di Fat Lab, Digital Innovation Hub e Competence Centers:

  • Fat Lab
    • una piccola officina che offre servizi personalizzati di fabbricazione digitale; è generalmente dotato di una serie di strumenti computerizzati in grado di realizzare, in maniera flessibile e semi-automatica, un’ampia gamma di oggetti. Tra questi vi sono prodotti tecnologici generalmente considerati di appannaggio esclusivo della produzione di massa.
  • Digital Innovation Hub
    • sono cluster tecnologici definiti dal governo “un ponte tra impresa, ricerca e finanza”. A metterli in piedi dovranno pensare le rappresentanze di Confindustria e dell’Associazione R.ETE. Imprese Italia, che nasce come evoluzione del “Patto del Capranica” stretto tra Casartigiani, CNA, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti. L’idea nasce dal programma europeo “Digital european industry” di aprile 2016, che ha messo a disposizione 500 milioni di euro in tutta Europa.
  • Competence Center
    • servono sostanzialmente a incentivare il rapporto tra università e aziende, finora poco abituate a interagire. Sono “pochi e selezionati” e agiscono a livello nazionale.

BUSINESS PLAN

Il Sole24Ore definisce il business plan come:

“Il piano economico-finanziario, ovvero il documento che permette di definire e riepilogare il progetto imprenditoriale, le linee strategiche, gli obiettivi e la pianificazione patrimoniale, economica e finanziaria dell’impresa.”

È importante fare un business plan per essere chiari sugli obiettivi che si vogliono raggiungere e sul come raggiungerli. Nel business plan viene infatti definita la strategia e il piano d’azione ad 1, 3 e a volte addirittura 5 anni.

Molto spesso il business plan della tua startup ti viene richiesto dagli investitori o in generale in tutte le situazioni in cui vuoi far finanziare la tua startup, attirare nuovi partner commerciali o nuovi dirigenti / professionisti d’interesse. Ad un investitore infatti interessa conoscere quanto è grande il mercato che vai ad aggredire, il tuo business model, le strategie di marketing e di acquisizione di nuovi clienti che vorresti attuare, senza dimenticare la tua idea imprenditoriale e il tuo team. Tutto questo per comprendere quanto il tuo progetto valga realmente.

1. PAGINA INTRODUTTIVA

La pagina introduttiva è la pagina principale del tuo Business Plan, la prima cosa che verrà vista dagli investitori. Dovrai inserire logo e nome completo della tua startup assieme ai contatti con cui gli interessati possono raggiungerti.

2. EXECUTIVE SUMMARY

La seconda parte del Business Plan della tua startup prende il nome di Executive Summary e contiene un riassunto del business plan e di ciò che gli investitori stanno per leggere.

In questa sezione devi inserire una descrizione concisa:

  • della tua startup (quando è nata? la sua forma societaria? dove si trova la sede?)
  • del tuo business (cosa realizza e quali problemi risolve);
  • del tuo business model e delle metriche raggiunte;
  • del Piano Finanziario, ovvero le proiezioni finanziarie, il capitale da raccogliere e quello già raccolto.

3. L’AZIENDA

In questa parte del Business Plan devi descrivere brevemente cosa realizza la startup oppure cosa vorrebbe realizzare. Ma non solo, devi includere anche la mission e la vision che ti sei posto e quali sono i bisogni di mercato ai quali hai trovato una soluzione.

4. IL PRODOTTO E LA TECNOLOGIA

Questo è lo spazio per approfondire la descrizione del tuo prodotto e della tecnologia presente e futura. Cosa differenzia il tuo prodotto da quello dei competitor? Hai marchi o brevetti? Come immagini la sua evoluzione nel futuro?

5. ANALISI DEL CLIENTE E DEL PROBLEMA

A nessun investitore interessa una startup che non abbia potenziali clienti. In questa parte del business plan devi quindi essere in grado di dimostrare quanto i clienti vogliono il tuo prodotto. Per farlo descrivi le tue buyer personas, le sue caratteristiche demografiche e socio comportamentali. Se sei già in possesso di cicli di fatturazione, esponi l’analisi di questi. Inoltre, descrivi il problema che vuoi risolvere.

6. MERCATO E CONCORRENZA

Ora devi parlare del tuo target di mercato, dove viene analizzata la quota di mercato in cui il tuo progetto si inserirà e quali sono le prospettive future. Solitamente per fare questo si utilizza l’analisi del TAM SAM SOM:

  • TAM = TOTAL ADDRESSABLE MARKET – Quali sono le dimensioni del mercato più grande possibile?
  • SAM = SERVED AVAILABLE MARKET – Quale porzione di quel mercato si adatta alle tue esigenze?
  • SOM = SERVICEABLE OBTAINABLE MARKET – Quale percentuale di quel mercato riesci a raggiungere?.

Un aspetto fondamentale da tenere in considerazione quando si analizza il mercato che si vuole aggredire è il suo trend. Dovrai anche esporre i risultati dell’analisi della concorrenza per far capire agli investitori in che tipo di mercato ti stai inserendo e fargli vedere i tuoi punti di forza rispetto a loro.

7. SWOT ANALYSIS

In questa sezione del business plan della tua startup parlerai dei tuoi punti di forza e di debolezza rispetto alla concorrenza, delle opportunità e delle minacce che vedi nel tuo progetto attraverso una analisi SWAT.

8. PIANO ECONOMICO FINANZIARIO

Nel tuo business plan deve essere incluso un piano finanziario. Si tratta della parte numerica del business plan dove inserire:

  • Le strategie finanziarie;
  • Previsione delle vendite;
  • Budget;
  • Prestiti e investimenti;
  • Conto economico;
  • Bilancio;
  • Rendiconto finanziario;
  • Pre money evaluation.

Non mettere numeri spropositati in quanto gli investitori riconoscono un business plan “truccato”. Cerca quindi di essere il più possibile sincero e anche se le tue stime rimarranno pur sempre delle stime, falle verosimili. Un Business Plan disatteso in negativo è sempre peggio di un successo imprevisto. Spesso poi assieme al Business Plan dovrai anche preparare una breve e chiara esposizione della tua idea di business.

PIANO FINANZIARIO

Ecco la colonna vertebrale del tuo piano finanziario, i due aspetti fondamentali:

  • Previsioni dei flussi di cassa;
  • Previsioni dei profitti o delle perdite (conto economico previsionale);

Ci sono poi informazioni più dettagliate che vengono inserite nel piano finanziario, come:

  • Presupposti generali
  • Previsioni di vendita
  • Costi di avvio
  • Costi di gestione
  • Stipendi e contratti
  • Requisiti di finanziamento

1. CREA IL REPORT DEI FLUSSI DI CASSA DELLA TUA STARTUP

Il primo passo per creare un piano finanziario è quello di sviluppare un report dettagliato dei flussi di cassa della tua start-up, ovvero dove e quanti soldi escono (uscite) e quanti invece ne entrano (entrate) ogni mese. Devi quindi definire il tuo Cash Flow Statement. Si tratta del rendiconto finanziario con cui riassumi tutti i flussi di cassa della tua start-up.

Gli indicatori più importanti di questo documento sono:

  • FCFF (Free Cash Flow to the Firm): capacità di generare flussi di cassa verso la start-up;
  • FCFE (Free cash flow to equity): capacità di generare flussi di cassa per ripagare i debiti;
  • Net Cashflow: saldo finanziario netto alla fine del periodo scelto;
  • Cumulated Cash Flow: saldo bancario alla fine del periodo scelto.

2. STABILISCI GLI OBIETTIVI FINANZIARI DELLA TUA START-UP

Una volta che hai stabilito dettagliatamente le tue entrate e le tue uscite, è ora di pensare al futuro e a come realizzare un piano finanziario che ti faccia raggiungere i tuoi obiettivi. Il primo di questi dovrebbe essere sempre quello di disporre di un fondo di emergenza in caso di crisi finanziaria.

L’impostazione di obiettivi specifici aiuta a rimanere in linea con il piano finanziario e a capire veramente di cosa e di quanto hai bisogno.

3. STIMA I RICAVI CHE TI ASPETTI PER LA TUA STARTUP

Un altro aspetto importante di un piano finanziario per la tua start-up è quello di stimare i ricavi previsti negli anni a venire. Si tratta di provare ad immagine l’aumento delle entrate della tua start-up. Attenzione però, anche in questo caso devi essere in un certo qual modo realista. Aspettarsi che nel giro di qualche mese i ricavi diventino numeri a 9 cifre è altamente improbabile.

In base per esempio alla grandezza del mercato che vuoi aggredire, calcolabile con il metodo TAM, SAM e SOM, e conoscendo il prezzo del tuo prodotto e i tuoi volumi attesi puoi fare una stima su quanto guadagnerai vendondolo. Insomma, devi cercare di prevedere come futuri lanci o posizionamenti sul mercato facciano la differenza sul tuo cash flow e sul tuo conto economico.

Per una corretta politica di prezzo e di posizionamento, anche internazionale, utile per permettervi di prendere le decisioni future più funzionali in merito al Vostro piano promozionali e di commercializzazione, e per conoscere alcuni strumenti di marketing innovativo e soluzioni digitali utilizzabili a tale scopo, Vi invitiamo a partecipare al nostro Convegno: Strumenti di marketing innovativo, soluzioni digitali e strategie per la definizione di prezzi e tariffe per individuare nuovi mercati anche internazionali ed essere competitivi.

4. STIMA I COSTI CHE TI ASPETTI

Oltre a stimare i ricavi futuri, in un piano finanziario devi anche stimare i costi che la tua start-up dovrà sostenere. D’altronde mettere un prodotto in vendita significa sia guadagnare, si spera, ma anche aumentare i costi. Per esempio? Costi di produzione, di vendita, di promozione oppure costi di commissioni per la vendita affidata a terze parti.

Riuscire a prevedere i costi legati alla realizzazione di un prodotto o di un servizio è fondamentale per la tua start-up. Saprai se, tramite le entrare, riuscirai a rientrare nelle spese e anzi se riuscirai anche a guadagnarci. Fare questo tipo di analisi prende il nome di assunzioni di costo e in una start-up, anche se non solo, è rappresentata dalle attività di Marketing, IT, G&A (Spese amministrative e generali) e HR (Risorse umane).

5. CREA UN PIANO DI INVESTIMENTI

Un’altra parte sostanziale del tuo piano finanziario deve tenere conto degli investimenti che prevedi di fare nei prossimi anni. Per esempio con la tua start-up dovrai sviluppare un nuovo software, acquistare nuovi uffici oppure dei brevetti. Tutte queste spese hanno spesso dei costi molto importanti e arrivare impreparato, o meglio al verde, non è certo l’ideale.

Stabilire i tuoi obiettivi ti pone un passo avanti e saprai dove ti è permesso spendere e dove invece no, e soprattutto quanto. Ti è utile anche per chiedere un finanziamento, la somma che realmente ti serve per portare avanti il tuo progetto. Non solo, identificare i futuri investimenti è estremamente utile per le operazioni di ammortamento.

6. CREA IL CONTO ECONOMICO

Il conto economico fa parte del bilancio d’esercizio e indica il risultato economico d’esercizio del periodo di riferimento, altra parte importante di un piano finanziario.

E’ composto da:

  • Valore della produzione, per esempio i ricavi provenienti dalle vendite e non solo;
  • Costi della produzione, come quelle dei prodotti e dei servizi o i salari;
  • Proventi e oneri finanziari;
  • Rettifiche di valore di attività e passività finanziarie, come rivalutazioni o svalutazioni.

I margini importanti del conto economico sono:

  • EBITDA: efficienza nella gestione delle caratteristiche aziendale;
  • EBIT: marginalità aziendale al netto degli ammortamenti;
  • Net Income: entrare o perdite nette.

7. VALUTA SOLUZIONI FINANZIARIE ESTERNE A SUPPORTO DELLO SVILUPPO DELLA TUA START-UP

Per poter sviluppare progettualità strutturate, prodotti o servizi innovativi o anche solo piani d’internazionalizzazione richiede un impegno economico-finanziario spesso non indifferente. E’ quindi consigliabile una corretta e onesta valutazione delle proprie disponibilità e potenzialità e quindi valutare soluzioni finanziarie ed operative esterne spesso può rivelarsi utile.

A tale proposito Vi menzioniamo alcune potenziali soluzioni che potrebbero fare al caso Vostro:

Microcredito e Microfinanza (vedi ENM – Ente Nazionale Microcredito);

Crowdfunding (vedi piattaforma Finnexta);

Reti d’impresa (partecipa al nostro Convegno: Come costruire una Rete di Impresa dedicato);

– Circuiti di Barter.

8. REVISIONA IL TUO PIANO FINANZIARIO

Una volta l’anno il piano finanziario che hai redatto deve essere rifatto da capo, tenendo conto dei nuovi traguardi raggiunti e dei nuovi obiettivi che ti sei prefissato. A metà anno invece viene rivisto, per capire se la direzione verso cui ti stai muovendo è quella giusta. Nelle fasi iniziali, quando fatturi già ma i dati sono molto incerti, ti consigliamo di aggiornarlo più frequentemente. Poi mensilmente lo si va ad aggiornare con i dati effettivi di fatturato e lo si modifica, se necessario, in base a cambiamenti dell’azienda o del mercato che fanno presagire dei cambiamenti del piano finanziario.